Perché non possiamo essere quelli visti in gara-1: arrendevoli, senza grinta, quasi in balia di un’appagata rassegnazione che non può e non deve essere il leitmotiv di questa serie. Meritiamo, anche per la stagione che abbiamo disputato, un finale diverso: e se dovessimo uscire, così come probabile, dovremo farlo a testa alta e con l’onore delle armi, così come è consono alla nostra storia ed al meraviglioso gruppo di quest’anno.
Perché abbiamo l’occasione di continuare a vivere un sogno, ovvero quello di espugnare il PalaDozza al quinto tentativo. Sarà difficile, altamente improbabile, forse quasi impossibile, ma dobbiamo assolutamente provarci, perché in passato abbiamo dimostrato che nulla è veramente impossibile fino in fondo alla Fortitudo.
Perché la “pancia piena” non dovrà mai prevalere sulla voglia di spaccare e stupire il mondo. E i nostri ragazzi hanno dimostrato per larghi tratti in stagione regolare che ne sono veramente capaci. C’è solo da crederci e da volerlo veramente fino in fondo!
Perché tre anni fa mi davano del pazzo quando dissi di andare a Verona per gare 1 e 2 dei quarti di finale: “Che ci vai a fare? Sarà un 2-0 facile”, dicevano alcuni. “Ci asfalteranno, non c’è partita” dicevano altri. “Siamo di due categorie diverse”, altri ancora. Quella gara-2 al PalaOlimpia a Verona divenne storia, e l’impossibile divenne impresa. Ed anche in questa serie contro la Fortitudo si parla di “soldi buttati”, “asfalto”, “non c’è partita”, e di “categorie differenti”. Ed è arrivato il momento di gara-2…
Perché sono convinto che da un punto di vista di esperienza e preparazione tecnico-tattica, coach Ciani sia in grado di trovare le giuste strategie per mettere in difficoltà il Poz. E credo che già in gara-2 vedremo sicuramente qualcosa di diverso…
Perché sento il bisogno viscerale di crederci, e vorrei tanto che a crederci davvero fossero anche i ragazzi sul parquet, tutto lo staff tecnico e la società. Tutti insieme, tutti uniti possiamo dare un’immagine diversa della Fortitudo Agrigento rispetto a gara-1, mettere magari anche paura al PalaDozza e.. chissà…
Semplicemente perché SIAMO MALATI, #MALATIDIEFFE. E crederci deve essere nel nostro DNA. E adesso tutti al PalaDozza! C’è un sogno da portare avanti…
