Fortitudo-Torino: La catartica ecmnesia biancazzurra.

foto: fortitudo agrigento

Non era e non poteva essere una rivincita. Non poteva esserlo perché, se è vero che tanti #malatidieffe hanno rivissuto quelle gare 4 e 5 di finale, nelle loro menti, per tantissime volte, fino a stare male, purtroppo non si può tornare indietro, modificando il risultato finale di quella serie. Non era di certo, dunque una rivincita: ma questa partita l’aspettavamo un po’ tutti dal giorno della pubblicazione del calendario.

Entrando al PalaMoncada, l’atmosfera non era quella di una normale domenica. Poi il suggerimento di un amico di rivolgere lo sguardo verso l’alto: quel tabellone “Fortitudo-Torino”, un colpo forte sul petto, a bloccare il respiro. Vedi la loro squadra schierata: non ci sono Mancinelli, Rosselli, Lewis, Miller, Giachetti… Ma Torino è comunque un’ottima squadra, forse la migliore del girone Ovest. E anche da noi, in quattro anni, è cambiato tanto: solo il volto del capitano, Chiarastella, fa tornare in mente ancora quei ricordi. L’ecmnesia ormai aveva preso il sopravvento, con le sue continue allucinazioni visive, uditive, emozionali, portandoci a vivere il ricordo del passato come se fosse presente, e ci aveva ormai condotti sino alla palla a due. Arginare la scintillante attitudine offensiva di Torino non era sicuramente cosa facile: il talento di Marks e Pinkins, la classe fuori categoria di Alibegovic, la forza di Cappelletti non sono di certo passate inosservate anche stasera, e, a causa della loro bravura, ma anche di tanti errori difensivi nostri nei loro momenti migliori, la partita è stata condotta con continui strappi per i piemontesi. Agrigento però, ha dimostrato in questi mesi iniziali di avere grande cuore, di avere la voglia non arrendersi mai, e di riuscire ad unire al talento una grandissima coesione di squadra, che anche stasera ha fatto la differenza. Così, i rimbalzi offensivi, e le conseguenti seconde opportunità concesse a Torino durante tutta la partita, sono alla fine diventate la chiave decisiva della nostra vittoria: la voglia di lottare su quei palloni anche quando tutto sembrava finito, ha portato Chiarastella, ancora lui, a recuperare una palla dalla spazzatura, e servire Pepe per l’ennesima tripla del suo devastante ultimo quarto. Ed Easley (finalmente), dopo la stoppata decisiva sull’ultimo loro attacco, ancora con un rimbalzo offensivo e tap-in, metteva il canestro del sorpasso definitivo. Big Tony è stata un’arma fondamentale stasera già nel primo quarto: nelle partite precedenti, infatti, quando la nostra squadra attaccava gli avversari con il giro palla rapido e scarico in corsa, al limite dell’area, essi collassavano tutti indietro, coprendo l’area stessa e lasciando soluzioni quali un tiro da 3 punti, o un 1 vs 1 in penetrazione ai nostri. Questa sera invece, Torino optava per collassare in pressing fuori dall’area, cercando di smorzare la velocità e la fluidità del nostro giro palla: bravissimi però sono stati i nostri ragazzi nel riuscire, in questi casi, a punire lo svuotamento dell’area da parte dei gialloblu, servendo proprio Easley, che ha incrementato sin dalle battute iniziali il suo bottino di punti battendo ripetutamente Campani. Ma l’autentico fenomeno ha ancora una volta dimostrato di esserlo James: 29 punti, 25 dei quali dopo i primi 25 minuti. Giocatore dal talento cristallino, al quale unisce un’intelligenza tattica fuori dal comune per un rookie alla prima esperienza in Europa. Da autentico trascinatore, si carica sulle spalle Agrigento nel terzo quarto, e la conduce lì, punto a punto. Ottima prova anche di De Nicolao: plus/minus elevatissimo per lui, a dimostrazione che, quando c’era lui in campo, la squadra girava benissimo. Unica pecca è stata l’ingenuità sul secondo e sul terzo fallo commessi, che lo hanno tenuto in panchina per troppo tempo. Buoni minuti, al suo posto, anche per Cuffaro, che però ha rinunciato un paio di volte a tiri che, a quei punti, doveva prendersi. Buone rotazioni anche per Moretti e Rotondo, peggiori per Fontana, sul quale pesa soprattutto una palla scippata dalle sue mani nel secondo quarto. Pregevole, ma non fa più notizia, la partita di Albano Chiarastella: giocatore dall’intelligenza spaziale, come quando, in contropiede, nel secondo quarto, si occupa di disturbare il marcatore avversario per favorire la ricezione di Pepe, o nel rimbalzo offensivo decisivo, quando tutto sembrava ormai perso. Bene anche Ambrosin, più preoccupato a cercare di arginare le bocche di fuoco avversarie, tra Marks ed Alibegovic. Straordinario invece il tifo ed il calore dagli spalti: il PalaMoncada, quando si trasforma in bolgia, fa davvero paura.

E’ stata la vittoria del cuore. E se è vero che tanti errori sono stati commessi, a rimbalzo, ai tiri liberi, ed in alcune letture difensive, specie lasciando troppo spesso dei canestri facili ai piemontesi su tagli facilmente leggibili, d’altra parte questa squadra ha dimostrato davvero di non mollare mai, giocarsela fino alla fine, e riuscire a compiere imprese pazzesche come quella di stasera. Adesso ci aspettano due trasferte difficili, nelle quali dobbiamo dimostrare la nostra maturità: perché se alzare il livello contro Latina e Torino può essere facile per le motivazioni di giocare contro avversarie più forti, devi dimostrare di riuscire a mantenerlo elevato anche contro avversari meno attrezzati, quali Bergamo ed Eurobasket. Ma per stasera godiamoci questa vittoria, che se non ha comunque il sapore di una rivincita, almeno ha permesso anche di rinsavire un attimo da quelle allucinazioni iniziali. Perché se è vero che entrando, rivivere il passato come se fosse presente è stato inevitabile, adesso sono ancor più super orgoglioso di quello che è il reale presente di questa squadra, costruita con un coach ed un staff fino ad adesso impeccabili, e da un gruppo di uomini e giocatori che uniscono al talento una grandissima grinta, voglia e determinazione. E perché, se è anche vero che siamo l’ultima provincia d’Italia, secondo alcuni sondaggi, io sono fiero di essere agrigentino. Ieri, oggi e domani. Sempre e comunque!

2 Risposte a “Fortitudo-Torino: La catartica ecmnesia biancazzurra.”

  1. Mi scusi ma non vedendo un commento accurato sulla partita di Pepe, cosa che avviene quando le sue partite non sono così straordinarie e leggendo con quanta attenzione ha commentato quella degli altri, mi viene il sospetto che lei non sia proprio lucido quando sei parla del 40…
    Sbaglio ?

    1. Buonasera! E’ molto probabile che, il più delle volte, le mie opinioni siano poco lucide, o errate, e questo a prescindere dalle valutazioni sui singoli giocatori, compreso Simone Pepe. Colgo l’occasione della sua domanda, e la ringrazio per la stessa, per esprimere il mio punto di vista: io credo che, finalmente, Pepe stia traendo grandissimo giovamento dal nuovo corso, e forse anche dalla nuova guida tecnica. Tranne che in qualche partita, infatti, Pepe mi sembra molto più inserito nel contesto di squadra, così come già scritto in occasione della vittoria contro Latina ad esempio:

      “Buonissima anche la prova di Simone Pepe: senza snaturarsi, Simone entra finalmente nel contesto di squadra, gioca per i compagni, e per cercare la migliore conclusione a canestro possibile della squadra, evitando di provare a risolvere la questione personalmente con un’inutile tiro al bersaglio senza ritmo. Le due triple prese, e segnate, non sono assolutamente casuali in questo senso, visto che sono arrivate infatti da tiri costruiti benissimo, ed in ritmo. E di questi tiri, con il suo talento, lui ne sbaglierà pochi.”

      Per quanto riguarda la partita in oggetto, è indubbio che Simone sia stato stratosferico, soprattutto al tiro, durante l’ultimo quarto, così come sottolineato nella frase “Pepe per l’ennesima tripla del suo devastante ultimo quarto”. Per il resto, più della prova balistica che è stata determinante per la vittoria finale, mi piace sottolineare proprio il fatto che, soprattutto nelle ultime uscite stagionali, Pepe sia molto più integrato nel gioco di squadra e non si limiti ad un tiro al canestro che, spesso, può anche risultare controproducente. Sperando che riesca a dare continuità alle sue ultime prestazioni, e, ripeto, non solo in termini di percentuali al tiro, ma nell’essere uomo pienamente integrato nel gioco di squadra, la ringrazio per il commento, e la prego di esprimere la sua opinione in merito soprattutto qualora sia differente dalla mia! Forza Fortitudo!!!

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