Fortitudo-Biella: la festa del ritorno

 

Qualche tempo fa leggevo un articolo che mi aveva fatto riflettere molto. Il periodo finale dell’anno, quello delle feste di Natale e Capodanno, veniva definito come la festa del ritorno: il ritorno a casa dei tanti, troppi, agrigentini che, per un motivo o per un altro, hanno scelto o, nel peggiore dei casi, sono stati costretti a lasciare la propria terra per emigrare al Nord, o all’estero.

Quella di stasera è stata una serata indimenticabile! Il PalaMoncada vestito a festa, pieno così come non si vedeva da anni, non meritava altro che che una Fortitudo d’occasione. E così è stato. L’emozione di vedere quelle tribune così piene, la curva stracolma, dell’abbracciare i tanti amici con i quali hai condiviso trasferte, gioie, dolori, in giro per l’Italia, non ha davvero prezzo. O forse il prezzo ce l’ha, ed è anche troppo caro: ovvero quello pagato da ogni amico, da ogni genitore o parente, per avere un pezzo di cuore lontano dalla propria città. Che meraviglia sarebbe per la nostra terra e di riflesso, tornando al nostro piccolo mondo, per il nostro palazzetto, poter godere sempre, così come dovrebbe essere normale, dell’affetto dei nostri concittadini fuori sede. Ed anche l’avversario stasera non poteva certo essere banale: quella Biella che aveva significato, qualche stagione fa, la rottura di una magia, e che quest’anno sta dominando in lungo ed in largo il campionato. La nostra Effe ha quindi percepito sicuramente tutto ciò, ed ha letteralmente aggredito la partita, spazzando via la capolista con grinta, intensità ed aggressività mostruosa. Così, una difesa sontuosa ha distrutto ogni fonte ed idea di gioco avversaria: Ambrosin ha fatto diventare la stellina Bortolani un giocatore impalpabile, Pepe è stato stratosferico, con intensità, voglia, grinta mostruose, da autentico tarantolato. Meravigliose, nello specifico, alcune difese sull’uomo sui cambi nel pick and roll sui lunghi avversari, costantemente anticipati. E ancora ottima è stata (spesso) anche la difesa di James su Polite. Per non parlare di Tony Easley, che ha letteralmente surclassato Omogbo. Dal punto di vista offensivo, la squadra è stata a dir poco meravigliosa prevalentemente quando De Nicolao era in campo: il suo limite principale, sicuramente da limare, è però l’ingenuità mostrata in almeno 2 dei 4 falli commessi, che lo hanno tolto per larghi tratti dalla partita. Anche dal punto di vista offensivo è stata grandissima e sotto gli occhi di tutti anche la crescita di Simone Pepe, molto più uomo squadra delle passate stagioni ed anche di qualche uscita di inizio campionato. Grandissima partita, come detto anche di Easley, che oggi spazzava via tutto e tutti sotto canestro e non solo, aggiungendo anche grandissima cattiveria e qualità ben oltre l’ottimo bottino dei 20 punti segnati. La grande difesa di Ambrosin, come spesso gli capita, aveva penalizzato un po’ il nostro Lollo offensivamente soprattutto nei primi due quarti: negli ultimi due però, finalmente Ambro è riuscito a far pace col canestro, completando una partita ottima sui due lati del parquet. Buona la prova di James, prevalentemente da un punto di vista del body-language, che qualche perplessità aveva lasciato nelle ultime uscite. Ottimo il solito capitano, buono anche l’ingresso di Rotondo. Da rivedere stasera Moretti, anche se il ragazzo lo conosciamo, e siamo certi che già dalla prossima si riscatterà con una grande prestazione. Infine, come non dare meriti enormi di tutto ciò a Cagnardi? Il coach è entrato nel cuore di tutti noi tifosi per i modi di fare da autentico signore, per l’umiltà, il sacrificio, la tenacia, e l’onesta intellettuale: complimenti davvero. E grazie! Stasera il coach è sembrato più che mai sul pezzo, ed attento ad ogni dettaglio: come nell’ingresso di Cuffaro e Moretti, quando si doveva commettere fallo a fine secondo quarto (poi sarà fischiata un’infrazione di passi a Biella). O come quando la penalizzante situazione falli per Albano ed un Moretti non proprio sul pezzo, l’hanno portato a sperimentare un quintetto inedito, con Easley da pivot e quattro esterni in campo quali Pepe, Ambrosin, De Nicolao e James, senza praticamente alcun quattro. Unica nota stonata, la mania di protagonismo dell’arbitro Ursi, che nel terzo quarto si trasforma in vigile urbano salendo in cattedra e fischiando una serie di assurdità da lasciare basiti anche i suoi colleghi. E per concludere la festa, nonostante il rientro feroce dei piemontesi guidato dal fratello di Saccaggi, si ribalta con merito la differenza canestri contro Biella, raccogliendo quanto di buono seminato anche nella partita di andata, nella grande vittoria in quella di ritorno. Quel ritorno che ad Agrigento, in questo periodo dell’anno, significa festa: sognando che magari, i nostri concittadini fuori sede, potranno, se non ritornare definitivamente a casa, almeno farlo a Maggio, quando le giornate sulle nostre spiagge saranno baciate dal caldo sole siciliano e, chissà, magari anche il PalaMoncada potrebbe ancora aver bisogno di loro…