Biella-Fortitudo: “Cerca Trova”.

“Battaglia di Marciano”, Giorgio Vasari. Salone dei Cinquecento, Firenze.

“Cerca Trova”. Queste due parole, così dinamiche, accattivanti e motivanti sono usate dal grande artista Vasari come motto capeggiante sulle bandiere di alcuni guerrieri nella sua “battaglia di Marciano”, opera di inestimabile valore conservata nel Salone dei Cinquecento a palazzo Vecchio, in Firenze. Molteplici sono state le interpretazioni date all’accostamento di queste due semplici parole, scolpite “quasi casualmente” in un contesto bellico: qualcuno vede in esse lo scherno verso quei compagni passati verso la parte sbagliata della contesa; altri un anagramma da decifrare, ad indicare “Torre Vacca”, antico nome dello stesso Palazzo Vecchio in Firenze; altri ancora, addirittura, in un misto tra leggenda e suggestione, pensano che al di sotto di tale opera se ne celi un’altra, ovvero la “battaglia di Anghiari” di Leonardo. Tante interpretazioni, nessuna delle quali sicuramente e certamente più corretta delle altre, della stessa semplice frase.

Teoremi, schemi, blocchi, pickandroll, pugno, zona, smallball. Ed ancora filosofia, tattica, tecnica, fondamentali, esperienza. Quante volte abbiamo cercato tra queste parole quelle “chiave” per raccontare una vittoria, o una sconfitta? Innumerevoli. Spesso però, l’errore che tutti noi commettiamo è quello di perdere di vista il più semplice, ma allo stesso tempo il più determinante dei concetti: la connessione tra testa e cuore. Che si traduce in atteggiamento. Così la nostra Fortitudo scende in campo sul parquet di Biella esattamente come non doveva fare: incomprensibilmente molle, sulle gambe, senza riuscire mai e poi mai ad entrare in partita contro un avversario che, sebbene tutt’altro che irresistibile rispetto alle passate stagioni, aveva comunque la voglia di far bene alla prima davanti al proprio pubblico. La sudatissima vittoria nel derby, invece di dare la giusta carica emotiva per essere pronti alla battaglia biellese, aveva incomprensibilmente svuotato la nostra Fortitudo di tutta quella verve, ingrediente assolutamente fondamentale per ogni squadra, ed ancor di più per come è costruita la nostra. Così fino all’intervallo lungo non riusciamo mai, o quasi, a costruire un’azione decente, con Bell che sbaglia tantissimo, impegnato più in una lotta personale contro il canestro avversario, e momentaneamente persa, che nel fare girare una squadra della quale, a parziale scusante, ha le chiavi da troppo poco tempo. Ma la negativa prestazione di Amir è sicuramente in “buona” compagnia con quelle di tutti i suoi compagni di squadra, e solamente qualche sporadica buona difesa, ed una mancanza di cattiveria da parte dei biellesi, hanno portato il distacco a soli 16 punti all’intervallo lungo. 16 punti che, per come è andata la partita, e soprattutto per l’atteggiamento sbagliato dei nostri, sembrano addirittura pochi. E saranno pochi. Svegliata dall’incantesimo, la nostra Effe entra in campo dall’intervallo lungo con un’altra faccia: se sconfitta dovrà essere, bisognerà almeno sudare la maglia nella seconda metà di gara. Così le maglie biancazzurre iniziano a stringersi davvero bene in difesa, e dall’intensità difensiva, come spesso avviene, si riescono finalmente a trovare delle soluzioni per battere la ragnatela tattica di Carrea, che fino a quel momento era stato abile a confondere ogni nostro attacco. Così la sterzata definitiva è data dal solito Pepe, trascinatore nei momenti difficili, e dall’esordiente Sousa, su tutti: il ragazzo mette in campo tutta la sua grinta, unita peraltro ad un paio di giocate tecnicamente notevoli. E la sua presenza si sente notevolmente come fiato sul collo dei biellesi, convinti di aver archiviato la pratica troppo presto. Nella rimonta finale però, gran merito va dato proprio al controverso americano Bell: nei 6 minuti finali, come già avvenuto contro Capo, riscatta completamente una partita fino ad allora molto deludente, e trascina letteralmente Agrigento alla vittoria, grazie soprattutto ad una grandissima personalità, ad una grande attitudine difensiva sull’uomo e ad un bruciante primo passo. Sulle capacità di playmaking e (soprattutto) sulla “mano”, sospendiamo il giudizio, ritenendo sia comunque troppo presto per un ragazzo alle primissime partite da professionista in un mondo totalmente diverso da quello del college americano. E’ indubbio però che in entrambe le gare fin qui giocate, nel momento topico della partita, Bell sia salito in cattedra. Grandissima prova, ma non fa ormai più notizia da tempo, è stata anche quella di Cannon, contro un avversario tostissimo come Sims, addirittura coadiuvato da uno dei migliori rimbalzasti del campionato (dati alla mano), Vildera, (il quale comunque non è Tessitori, purtroppo per i piemontesi). Ed in tema di sostituzioni nel roster di Carrea, KT Harrell non è Ferguson: stavolta infatti, complice anche una buona difesa agrigentina, l’ultimo tiro biellese non va a segno, consegnando la vittoria alla nostra Fortitudo. Torniamo in Sicilia con il morale a mille, consapevoli peraltro di avere il roster più lungo di tutto il girone Ovest: anche Fontana ha dato, così come contro Capo, il suo contributo, pur dimostrando di essere comunque ancora acerbo. Altra partita di gran sofferenza per Ambrosin: questa per Lollo dovrà essere, e sono sicuro che sarà, la stagione della consacrazione. E la consacrazione passerà per partite come questa, dove le difese avversarie ti riservano trattamenti speciali, e dove tu stesso hai molte più responsabilità della passata stagione, quando da “ragazzino” semisconosciuto giocavi con la testa sicuramente più leggera. Poco impiegato il capitano Marco Evangelisti, partito per la prima volta dopo tantissimi anni dalla panchina (crediamo perché non al meglio della forma). Benino, soprattutto per atteggiamento, Zilli. Male, veramente male, stavolta Guariglia: lo attendiamo per un pronto riscatto già sabato sera, quando ci aspetterà a Ferentino la Leonis Roma di Piazzino. Eurobasket non è di certo la squadra senz’anima (e senza coach) della passata stagione, e ad ulteriore prova sono arrivate un’ottima prestazione alla prima giornata a Trapani e la grandissima vittoria casalinga contro Tortona, una delle candidate a vincere il girone Ovest. Per tutti questi motivi bisognerà a questo punto riuscire a ritrovare dentro di noi dall’inizio quella fame, quella cattiveria sportiva, che sono il solo antidoto alla sensazione di appagamento e di presunzione che non possiamo assolutamente permetterci. Perché siamo una squadra costruita su principi semplici, dei quali il più importante è il più semplice di tutti: volere giocare a pallacanestro. E se riusciremo a mantenere per tutti i 40’ l’atteggiamento visto nei 20’ finali contro Biella, statene certi, ci divertiremo ancora, quest’anno, più che mai!

Non è insolito ad inizio stagione avere sensazioni, opinioni, interpretazioni molteplici rispetto ad una squadra che è, proprio perché agli albori, ancora da plasmare. Ancor di più se le chiavi del tuo gioco sono nelle mani di un ragazzo giovanissimo, alla prima esperienza in un campionato professionistico, e a più di un oceano di distanza da casa. Ciò che colpisce però sono sicuramente la profondità di roster e la grandissima capacità di reagire alle situazioni negative, vere chiavi che ci hanno permesso di guardare tutti dall’alto di una classifica bellissima e per certi versi inaspettata. Ora però non è di certo il momento di specchiarsi, ma di ripartire dai terribili 20 minuti iniziali, capire cosa di negativo è scattato nelle nostre menti, e correggerlo. Perché questa squadra dimostra di avere ancora degli enormi margini di miglioramento, mentale, fisico, tecnico e tattico, e sarebbe davvero un peccato non realizzarlo. E al di là di tutte le più disparate interpretazioni che si possono dare della stessa opera d’arte cui ci si trova innanzi, bisognerà infatti partire sempre da quella più semplice: in battaglia si dovranno sempre cercare e trovare le giuste motivazioni, perché senza quelle sarà quasi impossibile evitare di soccombere. Così da Biella si passerà a Roma, da Chiarastella a Piazza, compagni di tante battaglie, passati dall’altra parte della barricata, ma ricordati comunque con grande affetto. Quello che tutti i #malatidieffe si aspettano dai nostri ragazzi sarà vedere mettere sul parquet la giusta determinazione sin dall’inizio: perché soltanto cercando le motivazioni dentro di noi possiamo trovare la chiave per raggiungere traguardi sempre più alti, trasformando la nostra stagione da “bel bozzetto” in brillante capolavoro.