Quattro chiacchiere con gli ex… Michele Giovanatto

Il protagonista di oggi della nostra rubrica “quattro chiacchiere con” è Michele Giovanatto. Michele può quasi essere considerato una delle memorie storiche della recente pallacanestro agrigentina, avendo militato in maglia biancazzurra per sei stagioni, dal 2008 al 2014. Da quest’anno, inoltre, è il coach delle nostre Under 18 e Under 20, oltre che commentatore tecnico delle partite della nostra Effe per LNPTV. Con l’intervista al nostro grande Michele, si chiude per quest’anno la rubrica del blog “quattro chiacchiere con” per lasciare spazio alla volata finale della regular season e (si spera) ai play-off. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro i quali ci hanno fatto l’onore di raccontarci le emozioni che hanno caratterizzato le loro esperienze, a vario titolo ed in momenti storici diversi, con la nostra amata Effe! 

Ciao Michele, è un grandissimo piacere fare “quattro chiacchiere” con te! Friulano di nascita, agrigentino d’adozione: dal 2008 ad oggi, infatti, possiamo considerarti la vera e propria memoria storica recente della nostra Fortitudo. Per la nostra società, infatti, hai rivestito i ruoli di giocatore, capitano, allenatore delle giovanili e, da quest’anno, commentatore delle partite casalinghe della nostra Effe per LNPTV. Cosa ti piace in particolare di Agrigento? Quanto ti senti, ormai, agrigentino?

Ciao a tutti! Intanto ti ringrazio e ti faccio i complimenti perché grazie ai tuoi articoli mi hai fatto rivivere emozioni davvero uniche. Di Agrigento mi piace la tranquillità, il clima, il cibo e ovviamente il calore delle persone. Ormai la considero la mia casa: mia moglie è di qua, e le mie figlie sono nate qua, quindi una gran parte del mio cuore resterà a vita siciliano.

Dal 2008 al 2014, sei stagioni (interrotte solamente da alcuni mesi nella stagione 2010-11) con la canotta agrigentina, coronate da ben tre promozioni: nel 2009 in A dilettanti, nel 2012 in DNA e nel 2014 in Legadue Gold. Iniziamo dalla prima, forse la più rocambolesca. Con la squadra di Corpaci, partiti dal sesto posto, avete battuto Catania, Maddaloni e San Severo raggiungendo una storica e clamorosa promozione. Si è scritto tanto in questo blog in questi mesi su quella sensazionale annata: raccontaci un particolare aneddoto che ricordi con particolare piacere che possa aggiungere ancora qualcosa a quelle meravigliose emozioni che abbiamo condiviso.

E’ stata un’annata incredibile, vissuta sempre a 100 all’ora, ma sempre con la convinzione di avere tutto per vincere. Di quella stagione si potrebbe scrivere un libro, ma la prima cosa che ricordo è come sono riuscito a far migliorare e a far prendere grande fiducia nel tiro da 3 al mio amico Emiliano Paparella, che voleva sempre sfidarmi in questa specialità: dopo le prime batoste, ho dovuto mollare un pochino per non farlo demoralizzare troppo (ride, ndr. Clicca qui per leggere la “versione” di Emiliano Paparella che racconta il medesimo aneddoto). La sorpresa dei tifosi in quel di Maddaloni (leggi qui il racconto), con a capo l’indimenticabile e mitico Gerlando Micalizio che amava la Fortitudo e tutto quello che era sport ad Agrigento, è stata qualcosa di meraviglioso. Ma la cosa personale che ricorderò sempre è la sensazione di invincibilità che avevo dentro a partire dalla serie con Catania, fino ad arrivare a gara 1 con San Severo (vero nodo cruciale della serie). Purtroppo per molti il ricordo di quella fantastica serie finale rimane il fallo antisportivo di Vince (Vincenzo Di Viccaro, ndr), senza però ricordare che lo stesso metro di giudizio era stato inflitto a me alcune azioni prima. Per concludere, in quell’annata le persone hanno fatto la differenza: non a caso con molte di loro sono ancora legato da una sana amicizia.

Nel 2011-12, invece, arriva ad Agrigento coach Ciani, cambiandone letteralmente la storia. Michele Giovanatto sarà quindi grande protagonista in una stagione culminata con la vittoria della Coppa Italia di DNB e con la promozione in finale contro Reggio Calabria. Che ricordi hai di quella grande stagione?

Quella stagione, nonostante fossimo da tutti considerati uno squadrone, si può riassumere con una sola parola: LAVORO. Abbiamo remato tutti, da Agosto fino a Giugno, in una sola direzione, e con Franco (Ciani, ndr) come capo, il risultato non poteva che essere trionfale. Ricordo ancora l’intensità pazzesca che c’era in allenamento, anche se arrivavamo da una lunga serie di vittorie. Ora che mi sono fermato mi rendo conto della grande annata che abbiamo fatto.

Nel 2013-14, ultima stagione ad Agrigento, lasciando da vero vincente: con i tuoi compagni sarai grande protagonista di una grande cavalcata che si concluderà con la vittoria con diverse settimane di anticipo della LegaDue Silver, la conseguente promozione in Gold, e la possibilità di giocare per la prima volta i PlayOff per la promozione in serie A contro Trento. Che ricordi hai della tua ultima stagione agrigentina da giocatore?

Ultima stagione personalmente in chiaro-scuro, visto che arrivavo dall’infortunio al ginocchio e ho fatto molta fatica a ritrovare la continuità in campo. Ma anche in quell’annata la squadra tutta si è allenata, e ha voluto la vittoria più di ogni altra cosa acquistando fiducia giorno dopo giorno. Un ricordo speciale è legato a Roseto, quando dopo aver vinto e aver avuto il permesso da qualche tifoso per tagliare la retina, ho preso sulle spalle Peppe Anello e abbiamo rischiato l’invasione di campo da parte di altri tifosi un pochino “più caldi”. Fortunatamente ci siamo fermati in tempo.

Dopo gli ultimi anni trascorsi tra Palermo, Napoli e Piombino, il ritorno ad Agrigento “anche” per motivi familiari. Da quest’anno, infatti, sei coach dei ragazzi delle Under 18 e Under 20 della Fortitudo Agrigento. Che emozione si prova a passare “dall’altra parte della linea laterale”, allenando coloro che potranno rappresentare il futuro della nostra società?

Non ti nascondo che la voglia di giocare c’era ancora: ma la priorità era tornare da mia moglie, e non perdermi più neanche un istante della crescita delle mie bimbe. Quindi mi sono subito proposto a Cristian, Franco e al presidente, e mi hanno immediatamente dato risposta affermativa, e per questo li ringrazio davvero tanto. Anche perchè partire da zero in una nuova avventura non è mai facile, ma farlo in una società ambiziosa e che in più ti stima credo ti dia quella carica in più. All’inizio ho fatto un po’ di fatica soprattutto a capire i modi, ma ora mi sto divertendo parecchio! Abbiamo raggiunto anche ottimi risultati: abbiamo finito quarti con la Under 18, e ci giocheremo la finale regionale di categoria contro la Pallacanestro Trapani con l’Under 20.

In contemporanea alla tua attività di coach, da quest’anno ti è stato affidato il commento tecnico alle telecronache di Salvo Trifirò delle partite casalinghe della nostra Effe, distinguendovi peraltro come una delle migliori coppie in assoluto di tutta la TV della Lega. Che sensazioni provi nel commentare le partite di quelli che sono stati i tuoi compagni di squadra ed il tuo coach? Hai un particolare aneddoto che vuoi raccontarci di questa tua “nuova” esperienza?

Questo nuovo “lavoro” mi è stato proposto da Pietro (Scibetta, ndr), e devo dire che su due piedi ho accettato. Subito dopo, però, mi sono preoccupato! Dopo la prima prova con Salvo, sempre in studio con Pietro, mi sono cagato proprio addosso, perché un po’ l’emozione, un po’ le difficoltà iniziali, ma non ne è venuto fuori un granché. Ma già dalla seconda prova, le cose hanno iniziato ad andare meglio, ed ora i miglioramenti di Salvo sono davvero fantastici, e questo rende a me la vita davvero semplice e divertente.

Proprio anche per il tuo ruolo di commentatore, non posso esimermi dal chiederti un parere sulla stagione regolare che sta avviandosi alla conclusione per la nostra Fortitudo: che idea ti sei fatto sui maggiori problemi che si sono evidenziati quest’anno? Quali gli obiettivi che potrà ancora raggiungere il roster di Franco Ciani?

Questa stagione, purtroppo, sta vivendo di troppi alti e bassi, e il potenziale vero di questa squadra ancora non si è visto appieno. Spero ovviamente che questo accada nei playoff, anche perché un buon finale di stagione può farti arrivare nelle prime 4 e infondere quella fiducia che, a volte, è mancata per dare la necessaria serenità ai ragazzi in campo.

Giovanatto vs Evangelisti: passato e presente della nostra Effe a confronto

 

Concludiamo con uno sguardo al futuro: quali sono i tuoi progetti di vita? Pensi di rimanere a lungo ad allenare i ragazzi, o proverai ad intraprendere la carriera di allenatore anche dei “grandi”?

Nel mio futuro vedo ancora tanta pallacanestro: per ora nelle giovanili, poi chissà! Per il resto ho da poco concluso il corso come amministratore di condominio (messaggio promozionale) (ride, ndr), e mi sto muovendo anche in altre direzioni.

Grazie di cuore a Michele per aver accettato di fare “quattro chiacchiere” insieme, ed in bocca al lupo a lui per il suo futuro professionale!