Fortitudo-Latina: la partita (quasi) perfetta

“Se è troppo bello per essere vero, probabilmente è un imbroglio”, scriveva Max Weber. E la sensazione che la Fortitudo ha dato agli occhi degli agrigentini presenti al PalaMoncada, è stata nettamente questa: belli, bellissimi, da far paura. Quasi perfetti, oserei dire. Quasi.

Ieri è stato il capolavoro mentale, tecnico, tattico e fisico di coach Cagnardi: le critiche ricevute dopo la sconfitta contro Trapani e la “brutta” vittoria di Capo, avevano certamente avevano lasciato l’amaro in bocca al coach. Ma la Fortitudo vista nei due derby, al di là dei risultati ottenuti, non sembra essere la stessa squadra da nessun punto di vista rispetto a quella vista ieri. Tutto ciò è sicuramente normale nella fasi iniziali di un percorso di crescita, ma la difficoltà mentale, fisica e tecnica dimostrata nei due derby, infatti, è stata assolutamente scacciata ieri da una prestazione davvero maiuscola. E l’intelligenza di non trincerarsi dietro lo scudo delle proprie idee, ma l’umiltà e la grinta nel dare ancora di più nella fase di preparazione della partita contro Latina, sono risultate sicuramente le carte vincenti. Il risultato non è stato che la conseguenza di una partita giocata in maniera esemplare dalla nostra Fortitudo, che ha dimostrato idee e concetti di gioco vari e chiari, mettendo costantemente in difficolta i pontini. Se l’intelligenza nel rispondere alle critiche dimostrata coach Cagnardi è stata una delle chiavi nella fase di preparazione della partita, la mente, il cervello di questa Fortitudo sul parquet è in assoluto il suo capitano. Albano ha un cervello differente dalla maggior parte dei giocatori di pallacanestro. E lo capisci dalle tantissime piccole cose che fa, quasi senza fartene rendere conto, ma che danno tantissima fiducia alla squadra, le permettono di difendere bene, attaccare in maniera concreta, decisa ed ordinata, recuperare palloni, partire in transizione, marcare i punti di forza avversari. 5 punti per lui, in 21 di valutazione. Le statistiche spesso mentono e non raccontano tutto. Ma nel divario tra il 5 ed il 21 c’è tutto il cervello di Albano, che poi è cervello ed anima di questa Fortitudo. McGaughey ha ancora il mal di testa per la difesa su di lui, e le palle rubate. Ma anche Cassese, e soprattutto Gramenzi: si, perché Albano è ala forte, a volte ala piccola, tante altre volte play, altre volte addirittura falso 5. Giocatore totale, dal cervello totale. Maiuscola (e finalmente!) anche la prestazione di Ambrosin, che esce dai panni del giocatore che tira tutto ciò che gli passa tra le mani, ed entra in quelli di giocatore di sistema, prendendosi tiri sempre ottimamente costruiti, quelli che in gergo si chiamano “tiri ad alte percentuali”, ed il risultato è un tabellino che sorride, percentuali che sorridono, un impatto clamoroso sulla partita, e Musso stradominato e strabattuto nel duello. Ottima prestazione, nel contesto di squadra, anche per James: Chris fa l’americano decisivo, si prende le sue responsabilità nei momenti (rari) nei quali Latina provava a rientrare in partita, con quella dose di sano egoismo che è comunque giusto concedere ad un americano forte ed impeccabile tecnicamente come lui. La pulizia dei suoi “arresto e tiro” lascia basiti ed incantati. Ed il duello con Pepper è stravinto a mani basse. Per completare l’analisi del quintetto, un po’ sottotono rispetto al livello di squadra sono sembrati De Nicolao, anche se comunque è stato autore di una prestazione personale migliore rispetto ai due derby, ma non ancora ai livelli delle prime giornate dove aveva entusiasmato, ed Easley. Tony, in particolare, probabilmente soffre un po’ il nostro sistema di gioco, che prevede tanta corsa, tanto ritmo, transizioni, velocità nel giro palla per costruire il tiro. Però conoscendo il suo potenziale, è davvero un peccato il fatto che ancora non riesca a dare pienamente il suo contributo a questa squadra, perché sono convinto che un ulteriore salto di qualità si potrà avere allorquando anche lui riuscirà a dare il meglio di sé. Easley perde ancora una volta il duello sotto il canestro contro l’avversario di turno, che anche questa volta era comunque di ottimo livello, quale Ancellotti. Ottimo è stato inoltre, nella serata di ieri, il contributo fornito dalla panchina, ed a tal proposito è d’obbligo citare la grandissima prestazione di Moretti, che ha unito grinta e tenacia difensiva, che lo hanno potato anche a recuperare dei palloni importantissimi, ad un ottimo contributo anche in fase realizzativa. Buonissima è stata anche la prova da “falso 5”, quando coach Cagnardi, per far rifiatare Easley, ha deciso di abbassare il quintetto spostando Moretti su Ancellotti, e dando quindi ancora più ritmo e velocità alla squadra. Mossa che potrebbe essere sempre utile in alcune fasi della stagione, da tenere lì, nel cassetto, ed utilizzare per sparigliare le carte, ove necessario. Se lavorerà tanto, e specialmente sul tiro, potrà sicuramente dare un grande contributo nel resto della stagione. Buonissima anche la prova di Simone Pepe: senza snaturarsi, Simone entra finalmente nel contesto di squadra, gioca per i compagni, e per cercare la migliore conclusione a canestro possibile della squadra, evitando di provare a risolvere la questione personalmente con un’inutile tiro al bersaglio senza ritmo. Le due triple prese, e segnate, non sono assolutamente casuali in questo senso, visto che sono arrivate infatti da tiri costruiti benissimo, ed in ritmo. E di questi tiri, con il suo talento, lui ne sbaglierà pochi. Buoni i minuti garantiti anche da Cuffaro alla fine del secondo quarto, ed il finale di gara di Fontana, dopo la ramanzina di coach Cagnardi per un passaggio forzato, dietro la schiena, sottocanestro.

Ciò che più di ogni altra cosa fa piacere, ribadisco, è stata la voglia della squadra e dello staff di reagire positivamente ed in maniera intelligente alle critiche ricevute dopo i due derby. L’attenzione, la voglia, la dedizione, la preparazione fisica e tattica a questa partita è stata assolutamente perfetta, e speriamo sinceramente possa essere la base per costruire, domenica dopo domenica, qualcosa di veramente importante, e già dalla prossima. Perché Torino per Agrigento non è un’avversaria come tutte le altre. Torino rappresenta il sogno di una vita spezzato sul più bello. Ed anche se il loro roster è sicuramente uno dei più attrezzati della categoria, spero di vedere la stessa Fortitudo vista ieri anche contro i piemontesi. Perché, al di là del risultato, è questa la Fortitudo della quale vado super orgoglioso. Perché “se è troppo bello per essere vero”, io non credo sia un imbroglio, ma solamente il frutto di un grandissimo lavoro del coach e della squadra, che spero possa perpetuarsi lungo questa via per tutto il resto della stagione.