Fortitudo-Trapani: “non perdo mai. O vinco, o imparo”.

Lottare per i propri ideali, per la propria libertà, per i propri diritti, per le proprie idee, è stata da sempre la dote di grandissimi uomini che hanno cambiato la storia dell’umanità. Tra questi, per tantissimi motivi, uno degli esempi è sicuramente stato Nelson Mandela, che nella frase “la lotta è la mia vita” certamente incarnava benissimo tutti questi concetti. E traslando, forse in maniera ardita, questo manifesto ora nello sport, quale lotta sportiva è più intensa, mentalmente e fisicamente, di un derby?

In un processo di crescita, i passi falsi sono assolutamente contemplati ed ammessi. E, a scanso di equivoci, quello di ieri per la nostra Effe è stato un deciso passo indietro. Il risultato ieri è stato solamente la conseguenza di difficoltà perdurate per quasi 40 minuti: il grandissimo cuore dei ragazzi, poi, ci stava quasi permettendo di vincere la partita, e questa è sicuramente la costante nota positiva di questo inizio di percorso e di stagione, ed anche ieri ve ne è stata una conferma. Da un punto di vista meramente tattico, nei primi due quarti in particolare abbiamo oltremodo sofferto la fisicità dei trapanesi, ed in particolare di Renzi e Spizzichini. Renzi, in particolare, ha letteralmente portato a scuola in una serie di situazioni Easley, che ha sofferto tantissimo, ed onestamente quasi mai è stato aiutato da raddoppi dei compagni: i continui raddoppi sul lungo trapanese erano stata la costante arma tattica per limitarlo in passato, anche a costo di concedere ai granata la possibilità di un tiro ad alte percentuali, anche da fuori, ma spesso ad un non-specialista. La sofferenza, e stavolta prevalentemente fisica, è continuata anche con Nchwochoa, che come successo anche nella passata stagione, ha fatto soffrire i nostri lunghi, ed Easley quest’anno non si è sottratto purtroppo a questo destino. Partita di grandissima sofferenza in entrambe le metà campo è stata quella di De Nicolao: l’esordio per la categoria in un ruolo così delicato deve passare anche per queste difficoltà e queste prestazioni, che sicuramente aiuteranno il ragazzo a crescere e migliorare. De Nicolao soffre costantemente la fisicità di Spizzichini, che spesso, soprattutto nel primo tempo, sfruttava il mismatch a volte (tre) anche per mettere punti facili. Inoltre, tantissime difficoltà e la non consueta lucidità e brillantezza per il nostro play anche in attacco. Da rivedere anche Ambrosin: pesa tantissimo il 3/10 da 3, condito anche da tantissima sfortuna. Ma l’errore più grave, probabilmente, del grande Ambro è stato nella gestione del possesso decisivo della partita, quando sotto di uno ha deciso di tirare da 3 una preghiera invece di compiere un attacco più ragionato, che portasse ad una penetrazione, tentando di fare canestro e/o magari di subire fallo: e con Trapani in bonus, con 2/2 dalla linea della carità ci sarebbe stato il sorpasso probabilmente decisivo. Inoltre è stato proprio Ambro, nella rimessa successiva, a prendere un tanto ingenuo quanto fiscale tecnico per aver oltrepassato la linea tentando di far scadere i 5 secondi disponibili per fare effettuare la stessa. Male anche Chris James: bravo anche qui Parente a limitarlo nei suoi punti di forza. Ma dopo essere stato richiamato in panchina alla fine del primo quarto, James stavolta esce dalla partita e non vi rientrerà più. Un vero peccato. Nota di merito invece per il capitano: Albano lotta, difende, segna canestri importanti, domina. Oltre un Pepe più disciplinato del solito, quasi nullo stavolta il contributo dalla panchina: e forse questa è una delle chiavi, poi, di questa opaca prestazione. Perché giocando praticamente in 6 più qualche minuto di Rotondo, i ragazzi sicuramente sono arrivati sfiniti e poco lucidi ai possessi decisivi, anche per il grande sforzo mentale e fisico compiuto per recuperare più volte un risultato che ci ha visto rincorrere per gran parte della partita. In realtà, più che nei soli 66 punti segnati, ciò che mi ha lasciato più perplesso nella prestazione di ieri è stata la difesa della nostra squadra, che mi è sembrata meno precisa rispetto alle precedenti uscite. A dire il vero, un ottimo impatto nell’intensità difensiva, e con ottimi raddoppi fatti con i tempi giusti, oltre che nelle idee offensive per far male all’avversario, mi è sembrato di vederle nel terzo quarto, quando l’inerzia sembrava essersi spostata decisamente verso di noi, e Trapani sembrava potersi affidare esclusivamente al talento di Corbett per restare in vita. Non essere riusciti a gestire quel vantaggio, terminando addirittura in parità lo stesso terzo quarto, è stato probabilmente decisivo per i trapanesi per portare a casa il derby.

È stata una sconfitta probabilmente meritata, ma come scrivevamo all’inizio di questo pezzo, questi passi falsi sono probabilmente normali nel processo di crescita di questa squadra che, anche ieri, ha comunque dimostrato una voglia e dedizione enormi, e che insieme alle indubbie doti tecniche (specie del quintetto) costituiscono una solida base sulla quale costruire un’ottima stagione. È stata una sconfitta che però deve rimanere tale solo per non aver portato a casa i due punti: perché la serata di ieri può essere occasione per conoscere meglio anche alcuni nostri difetti nel percorso di crescita, e correggerli in corsa.

“Non perdo mai. O vinco, o imparo”. Diceva Nelson Mandela.