“Quattro chiacchiere con” gli ex: Andrea Saccaggi.

Questa settimana ho avuto il piacere di fare “quattro chiacchiere” con uno dei grandi protagonisti delle ultime due stagioni agrigentine: Andrea Saccaggi. Andrea è arrivato ad Agrigento reduce da un’importante esperienza professionale ad Omegna, dove è stato pure capitano. Ad Agrigento ben presto diventa il miglior “sesto uomo” di tutta l’intera Legadue, e il suo grande apporto alla causa fortitudina contribuirà alla creazione di quella squadra in missione che ha scritto la storia della stagione delle stagioni agrigentina: il 2014-15. Andrea, dopo un finale di stagione in sordina l’anno passato, ha lasciato la nostra Effe ed è approdato alla corte di coach Pilastrini a Treviso, dove sta disputando una grande stagione regolare. L’appuntamento con “quattro chiacchiere con” si rinnoverà martedì 4 Aprile e avrà come protagonista un grandissimo protagonista della storia recente della nostra amata Effe!

Ciao Andrea è un piacere ritrovarti, e grazie per avere accettato di fare “quattro chiacchiere” con noi! Due anni con la nostra canotta sul petto sono bastati a farti entrare a pieno diritto nella storia e nei cuori di noi fortitudini. Arrivato da Omegna, ti sei sin da subito ritagliato un posto di rilievo nella stagione 2014-15, risultando probabilmente a fine campionato il “miglior sesto uomo” di tutta la LegaDue. Come ti sei trovato ad Agrigento? Cosa ti manca (se ti manca qualcosa) della nostra città e del nostro ambiente?

Ciao a tutti ragazzi! L’accoglienza ad Agrigento fu incredibile: mi sentii subito parte di un insieme di persone che si muovevano tutte nella stessa direzione. C’era una grande etica del lavoro, e presto mi adattai cercando di mettermi “al pari” dei miei compagni! L’ambiente all’inizio era un pò freddino, ma negli ultimi tempi diciamo che i tifosi si sono appassionati sempre di più e si sono fatti sentire!!!

Dopo una regular season altalenante, da matricola contro squadre fortissime, siamo riusciti a centrare in extremis, occupando l’ottava piazza, l’accesso ai PlayOff. Di lì in poi, hai iniziato a scrivere con i tuoi compagni una pagina di storia della pallacanestro italiana, sfiorando il più clamoroso upset in una lega così importante. Raccontaci le tue emozioni rivivendo quella meravigliosa stagione, e qualche aneddoto che racchiuda secondo te l’essenza di quel pazzesco mese e mezzo.

Della stagione mi ricordo che è stata si molto altalenante, ma volevamo dimostrare che anche se eravamo una neopromossa volevamo dire la nostra anche in Legadue. Ogni partita davamo l’anima e uscivamo dal campo sfiniti. I playoff sono stati una cavalcata miracolosa: noi entravamo assolutamente da sfavoriti, ed eravamo già contenti per averli raggiunti. Abbiamo preso fiducia molto velocemente e dopo gara 1 a Verona, è come se in noi fosse scattato qualcosa: eravamo una squadra in missione!! Quelli erano sicuramente i frutti di un anno di lavoro serio, e la prova di una maturità che avevamo raggiunto durante una stagione sicuramente non facile. L’aneddoto secondo me più clamoroso è stato quello di Federico Vai quando in gara 2 contro Verona segnò 8 punti in un amen dopo che in tutta la stagione forse ne aveva segnati la metà (ride, ndr). E ancora con Fede ci scherziamo su.

Sono tanti i canestri decisivi che hanno la tua firma nelle partite più importanti. Se devo sceglierne uno, però, anzi due in fila, cito i 4 punti che hanno regalato il sorpasso in gara 4 su Verona. Canestri di un’eleganza ed una… “personalità” unica. Raccontaci le tue sensazioni nel rivivere quello storico finale di partita.

È stata una sensazione incredibile! Franco mi ha messo dentro gli ultimi 5 minuti nonostante non fosse proprio la mia partita. Avevamo uno schema che Ale Piazza chiamava soprattutto per me, e avevo ancora un pò di energia da spendere! Ma mi ricordo anche un canestro da 3 incredibile del capitano (Chiarastella, ndr). Eravamo sfiniti, ma alla fine l’abbiamo spuntata noi! Dal canestro alla pacca sul sedere, ognuno faceva qualcosa che servisse ad andare oltre le difficoltà.

La favola, purtroppo, non va a lieto fine. Usciamo sconfitti, dopo aver per larghi tratti assaporato il sogno promozione, nella finale contro Torino. L’anno successivo ripartiamo con un roster simile. A inizio stagione, però, si fa male Ale Piazza e di conseguenza per te cambiano compiti e responsabilità, entrando anche a far parte del quintetto. Inizia una prima parte di campionato a dir poco strepitosa, che ti vede segnare anche 30 punti contro Tortona e 35 a Latina. Poi, però, dopo metà stagione qualcosa si inceppa. Hai qualche rimpianto per il finale di stagione dello scorso anno?

Purtroppo bisogna ammettere che abbiamo incontrato una Fortitudo in grande fiducia e molto difficile da affrontare, quindi penso che siamo usciti più per meriti altrui che per demeriti nostri. E’ stata una stagione che mi ha insegnato tanto e che mi ha fatto crescere forse anche più della prima.

A fine stagione, il nostro amato “Saccabomb” termina la sua intensissima esperienza all’ombra della valle dei templi e viene acquistato da Treviso, ritornando così nella città in cui hai esordito, in passato, nella massima serie. Seconda, al momento, dietro la Virtus Bologna ad Est, la tua squadra è una delle favorite al salto di categoria. Chi temi di più nella corsa alla promozione? Ritieni che il divario tecnico, al netto di Biella, dimostrato anche nella Coppa Italia tra i due gironi, sarà confermato anche nella postseason?

Penso che in un playoff a 16 squadre può succedere veramente di tutto. Ad ovest Biella mi ha fatto una bella impressione, perchè è una squadra molto talentuosa. Omettendo la mia squadra per questioni scaramantiche, del girone Est la squadra da battere è la Virtus Bologna ma anche Trieste e la Fortitudo Bologna non vorranno stare a guardare. Queste due sono squadre che fanno dell’agonismo e della fisicità il loro punto di forza, e questo ai playoff sarà un fattore. Ad oggi comunque mi sento di dire che il divario tecnico pende un pò più a favore del girone Est.

Parliamo di progetti futuri: hai costruito fin ora una brillante carriera che ti ha proiettato ormai, nelle ultime stagioni, sempre ai vertici della LegaDue italiana. Qual è, ad oggi, il tuo sogno nel cassetto da realizzare?

Ogni stagione è un percorso da cui prendo tantissimo e in questi anni sono cresciuto sia come persona che come giocatore. E’ chiaro che vincere un campionato non mi dispiacerebbe, ma capisco anche che la concorrenza è tanta e sicuramente c’è bisogno anche di tanta fortuna.

Andrea Saccaggi, nonostante un tribolato finale nella passata stagione, è rimasto a pieno nei cuori di tutti i tifosi agrigentini. Al PalaMoncada riecheggiano ancora le sillabe “Sa Sa Sa Sa Sa cc aggi! Triplaaaaa” urlate dallo speaker che accompagnavano il dolce rumore della retina ad ogni tua “bomba”. Cosa vuoi dire, infine, ai tuoi tifosi agrigentini che ti seguono con grande e profondo affetto?

Ai tifosi agrigentini faccio l’in bocca al lupo per le stagioni a venire, e dico loro che nonostante le nostre strade si siano divise rimarranno sempre nel mio cuore prima di tutto per la loro grande umanità. Un abbraccio e crepi il lupo.

Grazie di cuore “Sacca” per averci fatto l’onore di fare quattro chiacchiere con te, ed in bocca al lupo per il tuo finale di stagione!

Riviviamo insieme gli highlights del finale di gara 4 tra Fortitudo e Verona, con il “Sacca” grandissimo protagonista.