Quattro chiacchiere con gli ex… Alessandro Piazza!

foto by fortitudoagrigento.it

La settimana che si apre con il primo giorno del nuovo anno sarà quella che ci condurrà al ritorno di Alessandro Piazza a giocare, da avversario, sul parquet del nostro PalaMoncada. Quasi come se il calendario volesse comunque ricordarci che, nonostante l’inizio di un nuovo anno porti con se spesso la voglia di lasciarsi il passato alle spalle e di ricominciare una “nuova vita”,  proprio il tenere a mente passato dovrà essere cardine di ciò che sarà, in quanto emblema identitario fondamentale per costruire nuovi orizzonti. Alessandro Piazza, o più semplicemente Piazzino, è stato sicuramente uno dei giocatori più importanti della storia della nostra Fortitudo Agrigento: il suo talento, il suo genio, unite alla grinta, ed alla sua tenacia, hanno fatto avvicinare allo sport più bello del mondo tanti agrigentini, ammaliati dalle sue grandi giocate. Piazzino giunse ad Agrigento nell’ormai lontano 2013, quando la nostra società riuscì nell’impresa del suo acquisto strappandolo di fatto a Reggio Calabria, dove Ale giocò la seconda parte della stagione precedente. Con la città dei templi fu subito amore a prima vista: Ale ed i suoi compagni, guidati da Franco Ciani, riuscirono a disputare una stagione da record nella A2 Silver, conquistando la promozione con una pazzesca serie di vittorie consecutive culminate con quella della matematica promozione a Roseto. L’anno successivo, la grande cavalcata interrottasi solamente in finale contro Torino. Le ultime due stagioni, le sconfitte ai play-off contro la “sua” Fortitudo Bologna. Immergiamoci insieme quindi nella lettura delle parole di un emozionato Piazzino, con le quali vi auguro i più sentiti auguri di uno splendido 2018!

foto by agrigentonotizie.it

Ciao Ale, fa veramente uno strano effetto fare questa chiacchierata con te nelle vesti, ormai, di idolo di un’altra tifoseria. Abbiamo vissuto insieme stagioni esaltanti, altre meno, momenti meravigliosi, alcuni di estasi, altri di grande sconforto: tutte quelle meravigliose emozioni che solamente la pallacanestro può darti. Cosa ti ha lasciato l’esperienza ad Agrigento? E che cosa, quali sensazioni, quali ricordi porti e porterai sempre nel cuore?

Ciao a tutti, ed un saluto a tutti gli agrigentini! L’esperienza ad Agrigento mi ha lasciato in dote tante cose: le prime 2 stagioni davvero indimenticabili; le altre due comunque molto molto positive… Ma soprattutto, la costruzione di tanti rapporti umani indelebili.

Arrivasti ad Agrigento dopo l’esperienza a Reggio Calabria. Quella fu proprio una grandissima stagione, iniziata un po’ zoppicando nelle prime partite, ma, dopo aver ingranato la marcia giusta, arrivò una serie incredibile di vittorie consecutive che ci portò, in pompa magna, a vincere il campionato. Che ricordi hai di quella prima stagione con la nostra casacca?

Quell’anno sembravamo proprio una squadra in missione! Ricordo lo sconforto, ad inizio anno, per non aver firmato Young (Alvin Young, che firmò invece per Pesaro in serie A, ndr), ed aver preso in sua sostituzione lo “sconosciuto” Kwame Vaughn. Beh, proprio Kwame fu nettamente il miglior americano del campionato, e ci tolse dalle grane diverse volte nell’arco dell’intera stagione!

L’anno successivo, la stagione più importante della storia cestistica agrigentina, e probabilmente di molti dei giocatori di quel meraviglioso gruppo. Una magia fantastica, che ci vide protagonisti di una cavalcata pazzesca ai play-off, ove non arrivò la vittoria finale solamente per dettagli beffardi. Dalle gioie di Verona, dove soffristi in tribuna insieme a noi perché infortunato, alle lacrime amare di Torino…

Quella fu davvero una stagione incredibile, che tutti noi ricordiamo sempre e lo faremo sicuramente anche in futuro. Credo che tra noi e Verona o Torino ci fossero almeno 20 punti di differenza! Ma noi giocavamo un basket fantastico, con una fiducia incredibile nonostante molti di noi erano alle prime armi in Legadue. Ecco, ancora oggi, a distanza di anni, non riesco proprio a digerire gli ultimi istanti di quella gara 4 contro Torino, quando avevamo commesso un fallo su Bruttini, ed invece fu mandato in lunetta dagli arbitri Giachetti (giocatore dalle ben altre percentuali a cronometro fermo, e che nell’occasione fece 2/2, ndr).

Gli anni successivi, in entrambi i casi la nostra strada e’ stata interrotta a causa della “tua” Fortitudo Bologna, squadra che peraltro hai rifiutato pur di restare ad Agrigento. Due stagioni sicuramente diverse, con l’ultima in particolare molto difficile per la difficile creazione di un vero e forte gruppo. Raccontaci i tuoi ricordi nel rivivere le ultime due stagioni in maglia Fortitudo.

Il terzo anno, secondo me, forse sarebbe potuta essere proprio la stagione in cui saremmo potuti arrivare fino in fondo, a livello di convinzione nei nostri mezzi e per la meravigliosa alchimia di squadra. Ma gli infortuni, in quell’annata, ci hanno penalizzati tantissimo (lo stesso Ale è stato più volte infortunato, in quella stagione, ndr).

L’anno scorso, invece, lo ricordo con molto orgoglio, perchè nonostante sia stato un anno difficile e altalenante, siamo comunque riusciti a qualificarci per disputare la Coppa Italia, e sono sicuro che se in Gara-2 contro Bologna, dopo aver vinto brillantemente gara-1, avessimo vinto, le cose sarebbero andate in maniera totalmente diversa.

foto by scrivolibero.it

In estate, la società decide di rivoluzionare tutto, e di conseguenza anche per te è arrivato il doloroso momento di lasciare la nostra Agrigento. Un famoso film aveva come motto “chi viene al Sud piange due volte: quando arriva, e quando va via”. Potremmo dire la stessa cosa per te nella nostra città? Cosa ti manca di Agrigento?

Di Agrigento mi mancano molto soprattutto le cose più semplici. Tutti i giorni, partendo dal Villaggio Mosè, vedevo il mare percorrendo la strada per andare a fare allenamento: e quello è sicuramente una di quelle piccole cose nel quotidiano che ricordo con particolare nostalgia.

Di conseguenza, sei arrivato a Roma per costruire una squadra, l’Eurobasket, che avrebbe dovuto sulla carta dominare il campionato. Purtroppo però, come spesso accade nello sport, non essendo matematica, la stagione fin ora ha deluso un po’ le aspettative, e sono arrivati il cambio in panchina, ed una mini rivoluzione nel roster: quali gli obiettivi per questa seconda parte di stagione che è ormai alle porte?

Sappiamo bene che per ora abbiamo fatto molto al di sotto rispetto alle aspettative. Per ora non abbiamo obiettivi, se non quello di lavorare meglio giorno per giorno: solo cosi si potrà cominciare a vincere.

Che partita ti aspetti domenica? Quali le chiavi che secondo te decideranno il match? Cosa ne pensi della nostra Fortitudo di quest’anno?

Agrigento sta facendo, secondo me, un grandissimo campionato, sia come qualità di pallacanestro sia come coesione di squadra. Cercheremo di fermare i loro punti di forza in difesa, e provare a essere un pò più fluidi in attacco.

Agrigento è pronta a riabbracciare il suo Piazzino: a mio modesto parere, sei stato il giocatore della svolta per gli occhi cestistici della nostra città, disegnando pallacanestro e spiegando basket, e facendo appassionare ed avvicinare alla palla a spicchi tanta gente. Che emozioni provi nel pensare di entrare al PalaMoncada con una maglia diversa?

Sicuramente sarà emozionante. Non vedo l’ora di giocare e vedere tanti amici! Vorrei approfittare per salutare gli agrigentini con tanto affetto! Spero tanto che Domenica saranno davvero numerosi sulle tribune, e che verranno numerosi ad assistere anche alle partite successive, perché credo che dopo tutti i successi degli anni scorsi, ed anche quelli di quest’anno, la società e lo staff si meritino un Palamoncada sold out!

Grazie mille Ale per la chiacchierata concessaci: ti aspettiamo con trepidazione per riabbracciarti, e ti auguriamo un felice 2018 ricco di grandi soddisfazioni!