Quattro chiacchiere con… ALBANO CHIARASTELLA

foto by Montana Lampo – agrigentonotizie

Domenica prossima, 19 Novembre, il PalaMoncada si preparerà a riabbracciare il capitano di mille battaglie, anzi, nello specifico di ben 157: Albano Chiarastella. Albano arrivò ad Agrigento con Franco Ciani, nell’ormai lontano 2011, ed è stato grandissimo protagonista della cavalcata dalla DNB ad un canestro dalla serie A. Al termine della passata stagione, le strade di Albano e della nostra Effe si separavano, e l’argentino approdava a Biella diventando l’ala forte del quintetto di coach Carrea. Abbiamo quindi fatto quattro chiacchiere con il nostro ex capitano, per rivivere insieme le emozioni di questi anni in biancazzurro, e prepararci al meglio al suo emozionante ritorno nella sua Agrigento.

Ciao Albano, è un piacere ritrovarti! Domenica 19, con la tua Biella, varcherai per la prima volta le porte del PalaMoncada da avversario, dopo 6 fantastiche stagioni con la maglia della Fortitudo sul petto. Che emozioni provi, immaginando il momento in cui calcherai quel parquet che ti ha visto protagonista di una parte così importante della tua carriera e della tua vita?

Ciao a tutti! Quello che proverò in quel momento non posso descriverlo per un semplice motivo: quello sarà per me un momento unico, e dovrò averlo vissuto per poter raccontare le emozioni che proverò. Posso dirti che, molto probabilmente, mi farà un certo effetto dovere andare a cambiarmi nello spogliatoio avversario!

157 partite, 4625 minuti, 1429 punti, 929 rimbalzi, 2 promozioni, 1 Coppa Italia con la canotta biancazzurra sul petto. Ma il legame che in questi anni si è costruito tra Agrigento ed il suo capitano, credo vada ben al di là dei numeri…

Certamente! E senza alcun dubbio, il momento più emozionante l’ho vissuto quando sono tornato al Palamoncada dopo il mio ricovero: quel giorno sono stato accolto da tutti i tifosi con un calore indimenticabile! Lì ho capito veramente che avevo lasciato il segno: e non solamente come giocatore, bensì principalmente come uomo.

Già dopo la prima promozione, quella dalla DNB alla DNA, molti addetti ai lavori mettevano in discussione le tue possibilità di giocare, da protagonista, nelle categorie superiori. Invece hai sempre smentito gli scettici, legittimando il tuo fondamentale ruolo da capitano, e disputando grandissime stagioni, fino ad un passo dalla A. Quali pensi siano state le chiavi della tua crescita e della tua maturazione qui ad Agrigento?

La risposta più importante agli scetticismi l’ho data sempre dentro al campo: è stato lui a parlare per me. Il desiderio di non accontentarsi mai mi spinge a dare sempre il massimo ogni giorno.

Le due fantastiche promozioni, le grandi sfide play-off e le grandi vittorie hanno sicuramente caratterizzato l’epoca di Chiarastella nella terra dei giganti. Ma non sono mancati, come è normale, anche i momenti difficili, sia a livello personale che di squadra. Ed in particolare, senza dubbio, il lungo stop ed il difficile momento di due anni fa, nonché la grandissima delusione legata alla sconfitta nella finale promozione contro Torino, che avrebbe potuto consegnare ancor di più Agrigento alla storia. Che ricordi hai di questi due momenti?

Personalmente, la finale contro Torino è stato il momento più bello, intenso ed emozionante che ho vissuto da giocatore, ma allo stesso tempo il più difficile da digerire. Ancora oggi, penso a gara 4 in un Palamoncada letteralmente stracolmo di tifosi, ed in particolare a quegli ultimi secondi di partita. Per quanto riguarda il lungo stop, posso dire che la salute e la vita stessa sono le cose più importanti al mondo: la maggior parte del tempo non diamo il giusto valore a questo grande dono che abbiamo.

In estate poi, dopo una stagione non semplice, arriva la decisione di non proseguire più il rapporto con Agrigento, ed iniziare la nuova avventura a Biella. Come è nata l’occasione di lasciare Agrigento?

Semplice non è stata di sicuro, ma nessuna stagione in realtà lo è. Voglio ricordare che siamo arrivati tra le prime 4, il miglior risultato ottenuto, quindi così male non è andata. Le nostre strade si sono separate perché la società ha deciso di aprire un nuovo ciclo di lavoro, un nuovo progetto del quale io non facevo parte. Hanno deciso quindi di puntare di più sui giovani: progetto molto interessante. Quindi ho ricevuto una telefonata da coach Carrea, il quale mi ha spiegato il suo progetto di lavoro. Da lì in poi è iniziata la trattativa con Biella, e si è concretizzato quindi il mio trasferimento.

Abbiamo detto del tuo grande legame con la nostra città, e con molti agrigentini, nei quali cuori sei entrato e, probabilmente, rimarrai per sempre. Cosa ti manca di Agrigento? E cosa ti ha lasciato nel cuore la nostra città?

Io, in realtà, Agrigento non l’ho mai lasciata del tutto: alla città, oltre gli amici che ho lasciato lì, mi lega la mia ragazza. Per tutti questi motivi Agrigento è casa mia: così la considero io.

Agrigento-Biella sarà una grande sfida anche in termini di classifica, visto il buon inizio di entrambe le compagini. Che partita ti aspetti? Quali i punti di forza, secondo te, della squadra di Ciani di quest’anno?

Sarà sicuramente una bellissima sfida, nella quale noi, come in tutte le trasferte, andremo per portare a casa altri due punti molto importanti per la classifica. Credo che la spensieratezza sia il punto di forza più importante della squadra di Ciani.

Albano, ti ringraziamo per aver fatto queste quattro chiacchiere con noi. Appuntamento allora a Domenica 19!

Io ringrazio voi per lo spazio dedicato a me.  Approfitto per salutare tutti i tifosi con forte calore e affetto😉