Fortitudo-Virtus: al di sotto della “grigia” nube.

foto by giuseppe rigoli

E’ difficile riprendersi rapidamente dalla partita di ieri sera. Troppo difficile se si pensa che, già avvelenati da una condotta a dir poco casalinga dell’arbitraggio di Casale, ci siamo trovati di fronte a tre uomini (?) che fischiavano ogni cosa a favore dei capitolini. E per di più che il sig. Boscolo è una nostra vecchia conoscenza, tutt’altro che amichevole. Ho dunque provato ad aspettare un pò più del solito prima di scrivere le mie consuete riflessioni, per cercare di evitare che la “grigia” nube dell’arbitraggio annebbiasse più di quanto lecito i diversi temi della partita di ieri. Per concludere la “grigia questione”, a tanti di noi, assistendo al festival dell’orrore arbitrale di ieri, sono venute in mente le parole del ds Mayer pronunciate un paio di settimane fa: sicuramente corrette e condivisibili nei contenuti, in quanto il livello arbitrale della legadue è sicuramente pessimo, ma allo stesso tempo, probabilmente, potrebbero essersi configurate come autogol clamoroso. Perché le stesse dichiarazioni hanno fatto scalpore a livello nazionale, con importanti testate quali ad esempio Sportando ed altre, che hanno riportato fedelmente l’intervista ed aperto il dibattito. E non saranno di certo passate inosservate anche agli arbitri stessi, che consciamente od inconsciamente, hanno indirizzato la loro mediocrità, guarda caso, prevalentemente negli errori contro di noi, e proprio nelle partite successive alle dichiarazioni stesse. Perché noi purtroppo (o per fortuna) non siamo la Fortitudo Bologna, né Treviso, né Siena o la stessa Virtus Roma, e quindi le nostre critiche sono sicuramente meno accettate dai grigi e da chi li gestisce e, guarda caso, ciò che ne è seguito sono state le due pazzesche direzioni arbitrali subite a Casale e ieri. Tutto ciò, però, non deve a mio parere distrarre da altri aspetti fondamentali che sono emersi dalla sfida di ieri.

Innanzitutto la rinnovata sensazione di avere una squadra eccezionale prevalentemente da un punto di vista morale ancor più che tecnico: vessata da infortuni, con un Guariglia a dir poco impresentabile ed un Marco Evangelisti ancora ai margini, la nostra Effe perde subito anche Zilli. Ma tutto ciò non abbatte oltremodo i nostri guerrieri che, sebbene in clamorosa inferiorità fisica e tecnica nei confronti di Moore e compagni, lottano fino alla fine, mai domi, rischiando addirittura di portare a casa una vittoria che a qual punto sarebbe stata leggendaria. Vittoria che però non è arrivata, e che sinceramente difficilmente sarebbe potuta arrivare per innumerevoli motivi, al di là della direzione arbitrale. Innanzitutto la folle rincorsa nel punteggio, praticamente in soltanto 6 effettivi, toglie tantissime energie mentali e fisiche ad una squadra già inferiore anche tecnicamente rispetto ai più quotati romani: questo si traduce in una minore freddezza, associata a minor talento, nel battere quei dannati tiri liberi, che alla fine risulteranno numericamente decisivi. Perché non è di certo un caso se la Virtus tirerà dalla linea della carità con 20/21, mentre noi sfioreremo il 60 % con 17/28: mandare al tiro libero Moore non è di certo come mandare Fontana o Sousa, e cito i due ragazzi proprio perché tra quelli in assoluto più positivi ieri, con il brasiliano autentico trascinatore dei nostri ragazzi. Specialista nei tiri liberi è da sempre il nostro capitano, Evangelisti, unico giocatore nella nostra giovanissima squadra ad avere quel bagaglio di esperienza e tecnico consolidato nella categoria. Eppure Marco è fuori ormai da diverso tempo, ed ancor di più inconcepibile diventa vederlo correre ed allenarsi apparentemente sereno nel riscaldamento, per poi entrare solamente per un minuto sul parquet. Non capiamo davvero cosa stia succedendo a Marco: entra per un minuto, sembra stare bene (anche se il tiro con 20” ed una discrepanza di 4” alla fine del primo quarto non è stata la scelta migliore), ma poi il coach in sala stampa dichiara che per averlo a disposizione servirà ancora qualche settimana. Non capiamo davvero, ma vorremmo capire. Capire, non per forza sapere. Perché non si può pensare di rinunciare a Marco Evangelisti per come è stata concepita questa squadra, e vorremmo davvero tutti capire quali siano le motivazioni di questo rientro a singhiozzo, seduto in panchina, rientrato a pieno regime (pare) negli allenamenti, e quindi teoricamente arruolabile, ma allo stesso tempo non schierato né in quintetto, né quando Ambrosin era carico di falli già con 4 falli al terzo quarto. Vorremmo capire come sta, se è ancora infortunato, se è completamente a disposizione, se è in recupero fisicamente. Vorremmo capire, non per curiosità, ma per il bene della squadra, perché la stagione di Marco non riesca a ripartire dopo l’incredibile finale di Latina: perché il bene della squadra viene sempre prima di tutto. Sempre.

Altro capitolo è quello legato a Zilli: Giacomo era visibilmente acciaccato sin dall’inizio della partita, sembrava davvero soffrire, non in condizione di giocare, e temo tanto a questo punto di perdere anche lui, oltre ad un completamente fuori forma Guariglia, dalle sfide, in ordine, contro Renzi, Gigli e Poletti.

E’ un peccato, davvero un peccato. Perché se si pensa a questa squadra con tutti a disposizione, credo che veramente quest’anno poteva (o potrebbe?) essere l’anno buono per puntare a giocarsi la promozione diretta con le prime del campionato, ed a pieno titolo. Perché, come scrivevamo, le qualità morali e tecniche dei nostri sono davvero fantastiche, e se ad esse unisci personalità, entusiasmo, e voglia di non mollare mai, oltre che le soluzioni tattiche del nostro coach Ciani, ottieni quell’esplosivo mix che può sparigliare le carte di questo girone Ovest. Avere un Marco in forma in quintetto, insieme ad Ambro su questi fantastici livelli, come esterni, a gestire anche il playmaking adesso che si conoscono meglio le caratteristiche di Bell, potrebbe essere tanta roba. Così come il sempre dinamico Pepe, ed un Fontana che sembra finalmente aver fatto un importante scatto per entrare mentalmente in questa categoria. Bell si è dimostrato eccezionale soprattutto difensivamente, e nel primo passo, ma come detto abbiamo iniziato davvero a conoscerne punti di forza e di debolezza, e quindi è forse più facile trovare un equilibrio. Ed ancora Zilli, quando in forma, ha dimostrato di poter essere devastante, specie in tandem con Jalen Cannon, autentico fuoriclasse della categoria. E se i loro cambi saranno un Guariglia in forma, ed il Sousa visto ieri, davvero sognare non è così impossibile. Però ogni tassello dovrà andare al proprio posto, ed in questo momento qualcuno di essi sembra essere di traverso: dovremo essere bravi su tutti gli ambiti a ricollocarli al proprio posto, ed al più presto. Per di più, tatticamente, il Sousa visto ieri apre davvero un mondo davanti, come soluzione spacca-partite: la sua sfrontatezza, sempre fronte a canestro, ha letteralmente mandato in bambola Landi, ed i 10 falli subiti sono espressione di una quasi incredibile incontenibilità. E per di più, mantenesse sempre questo livello, non oso immaginare cosa potrebbe fare da 3, con Jalen e Zilli da 4 e 5, attaccando sempre e costantemente l’ala piccola avversaria: una soluzione tattica sicuramente stuzzicante. Vedremo. E sognamo.

Intanto ci prepariamo alla cruciale e tradizionale trasferta natalizia a Trapani, per la quale è prevista una buona rappresentanza di pubblico agrigentino, sperando che ogni tassello mentale e fisico torni presto al proprio posto, e che si possa essere anche più “fortunati” con le decisioni arbitrali, uscendo definitivamente dalla “grigia nube” nella quale ci siamo cacciati/trovati, per ritrovare anche da quel punto di vista la serenità per ripartire. Insieme.